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COSE UTILI DA SAPERE

TEMPI DI PERCORRENZA

In montagna, per determinare i tempi di percorrenza di un itinerario, non bisogna conoscere la distanza espressa in chilometri, bensì il dislivello tra la quota di partenza e la quota della meta da raggiungere!

Dislivello? Eh si, conoscendo il dislivello si determina il numero di ore di necessarie per percorrere un determinato itinerario.

Si considera 1 ora di cammino per 300 - 350 metri di dislivello in salita.

In discesa, in 1 ora si possono percorrere 500 metri di dislivello

(In base all'allenamento e all'età, il parametro può diminuire o aumentare, ovviamente a quote inferiori ai 3000 metri).

Hai impiegato h. 1 per 200 metri di dislivello? Nessun problema, forse l'itinerario si svolgeva attraverso una lunga valle, forse l'allenamento lasciava a desiderare, o forse il tuo passo è cadenzato per godere al meglio la natura.

DIFFICOLTA'

L'indicazione delle difficoltà di un itinerario viene data al fine di agevolare la scelta di un'escursione e seppur è stata valutata con la massima obiettività, la classificazione va considerata come indicativa.

Di seguito la classificazione del CAI (Club Alpino Italiano).

 

SCALA DIFFICOLTA' ESCURSIONISTICHE

T - Turistico

Itinerari su stradine, mulattiere o comodi sentieri, con percorsi ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono in genere sotto i 2000 m e costituiscono di solito l’accesso ad alpeggi o rifugi. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.

 

E - Escursionistico

Itinerari che si svolgono quasi sempre su sentieri, oppure su tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua, quando, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in genere protetti (barriere) o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, o tratti brevi e non faticosi né impegnativi grazie ad attrezzature (scalette, pioli, cavi) che però non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, moschettoni, ecc.).

Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza del territorio montagnoso, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.

 

EE - Escursionisti Esperti

Itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari.

Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minor impegno). Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci (perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso della corda e della piccozza e la conoscenza delle relative manovre di assicurazione).

Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguati.

 

EEA - Escursionisti Esperti Attrezzati

Come per gli itinerari EE ma con  percorso che prevede tratti attrezzati e pertanto è necessario l’uso dei dispositivi di autoassicurazione. 

Rispetto alle ferrate, i sentieri attrezzati hanno solo qualche tratto impegnativo ed esposto.

E SE NECESSITA L'USO DELLE MANI PER PROGREDIRE?

In tal caso, le difficoltà diventano alpinistiche. Vi sono diverse Scale di classificazine. Per semplicità si riporta la scala UIAA che utilizza numeri romani (I, II, III, ecc. ) o anche numeri arabi seguiti dal simbolo ° "gradi" (1°, 2°, 3°, ecc.). Ogni grado può essere suddiviso in inferiore (-) o superiore (+).

SCALA DIFFICOLTA' ALPINISTICHE

1° - F (Facile) E' la forma più semplice dell'arrampicata. Si devono usare frequentemente le mani per mantenere l'equilibrio.

2° - PD (Poco Difficile) Inizia l'arrampicata vera e propria. Si sposta un arto per volta con una corretta impostazione dei movimenti. Appigli (per le mani) ed appoggi (per i piedi) sono abbondanti.

3° - AD (Abbastanza Difficile) La struttura rocciosa è ripida o addirittura verticale, appigli ed appoggi sono meno abbondanti e può richiedere talvolta l'uso della forza. I passaggi non sono ancora obbligati.

4° - D (Difficile) Appigli e appoggi sono più rari e/o esigui. Richiede tecnica e allenamento specifico.

5° - MD (Molto Difficile) Appigli e appoggi sono ancora più rari. L'arrampicata è più faticosa e richiede l'esame preventivo del passaggio.

6° - ED (Estremamente Difficile) Appigli e appoggi sono molto rari e richiedono la combinazione di movimenti studiati. L'arrampicata può essere molto delicata con combinazione di movimenti ben studiati, o di forza per la presenza di strapiombi.

7° - EX (Eccezionalmente Difficile) Appligli e appoggi hanno dimensioni ridotte e sono molto distanziati. Richiede allenamento, forza nelle dita, doti di equilibrio e tecnica di aderenza.

I gradi di difficoltà proseguono sino all'undicesimo , ma non hanno un limite, come prevedeva la Scala sino agli anni '70 che fissava nel 6°+ il limite massimo. Fu Reinhold Messner a introdurre il settimo grado, togliendo il limite fissato, con una semplice ed ovvia intuizione: aprendo una nuova via più difficile di altre classificate 6°+ , la valutazione sarà ovviamente superiore, a meno di declassare tutte le altre.

LO ZAINO

ABBIGLIAMENTO

ATTREZZATURA

ALIMENTAZIONE

ALLENAMENTO

TOPOGRAFIA E ORIENTAMENTO

NORME DI SICUREZZA E SINDROME DI GRUPPO

PRONTO INTERVENTO

SOCCORSO E AUTOSOCCORSO

ETICA

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